Il giro del mondo in 80 alberi
“Come Phileas Fogg, per scrivere questi 80 racconti sono partito da casa mia diretto a Oriente, alla scoperta degli alberi del mondo”
“Come Phileas Fogg, per scrivere questi 80 racconti sono partito da casa mia diretto a Oriente, alla scoperta degli alberi del mondo”
Dopo il Giro del mondo in 80 alberi , Jonathan Drori intraprendere una seconda spedizione scientifica per rivelare come il mondo delle piante s’intrecci da sempre e inestricabilmente con la nostra storia, il folklore e la cultura. In queste pagine, piante dal passato turbolento si alternano a quelle che hanno fatto fiorire grandi civiltà.
Coltivare gli ortaggi in modo naturale significa prendersi cura dell’ambiente.
Manuale semplice con schede molto chiare e fotografie.
Pinus Pinea è il nome dato da Linneo,il pino è il simbolo
di albero italico.Dalla descrizione botanica alla raffigurazione nell’arte e nella letteratura
Romanzo incentrato sulla vita di Federico da Montefeltro e su il suo coinvolgimento nella congiura dei Pazzi.
Un bellissimo giallo ambientato a Pont-Aven pittoresco villaggio bretone
dove alla fine dell’800 molti artisti parigini dipinsero.Il morto è il proprietario dell’hotel Central
ma anche di quadri di Paul Gauguin.Un bel caso per il commissario Dupin.
Non è detto che quando gli amori si complicano ci sia sempre qualcuno destinato a perdere. E non è neppure vero che, se due donne hanno in comune lo stesso uomo, debbano per forza essere rivali. Un gioco di specchi che racconta guerre silenziose, feroci confronti generazionali e improvvisi gesti di dolcezza. Perché anche nel peggiore dei sabotaggi, in fondo, si può nascondere la chiave per salvarsi
il celebre libro sui viaggi delle piante letto da Paolo Giordano,l’autore della “Solitudine dei numeri primi”
Catalogo della mostra ,tenuta a Urbino a cura di Vittorio Sgarbi.
Il pamphlet scritto da De Carlo ,uscì nell’aprile del ’68 ,narra i fatti successi in quell’anno e avvia una riflessione sulla architettura contemporanea e sul dibattito universitario.
quaderno del Centro Internazionale di studi Urbino e la Prospettiva
L’autore mette a nudo le segrete alchimie della vita dei fiori e indaga il ruolo cruciale nell’evoluzione della nostra specie.Fiori e uomini dipendono gli uni dagli altri
Biblioteca Adelphi, 714
In quel tempo remoto gli dèi si erano stancati degli uomini, che facevano troppo chiasso, disturbando il loro sonno, e decisero di scatenare il Diluvio per eliminarli. Ma uno di loro, Ea, dio delle acque dolci sotterranee, non era d’accordo e consigliò a un suo protetto, Utnapishtim, di costruire un battello cubico dove ospitare uomini e animali.
Contro gli eccessi della memoria
Balzac scriveva che “i ricordi rendono la vita più bella, dimenticare la rende più sopportabile”; Borges nel racconto La biblioteca di Babele lascia che i suoi personaggi individuino nell’oblio “una forma di memoria”; già Dante alla fine del Purgatorio vuole che il fiume Lete permetta alle anime dirette al Paradiso di lavarsi dei propri peccati, rimuovendo così la memoria delle cose cattive del passato. La letteratura ha sfiorato o trattato con cura il tema dell’oblio, e oggi è necessaria una somministrazione sapiente di dimenticanza anche in ambito storico e politico. Per mettere in luce i danni da “eccesso di memoria”, Paolo Mieli, con la chiarezza del grande divulgatore e l’accuratezza dello storico, prende in esame decine di eventi ed episodi del nostro passato, dalla storia antica al Medioevo fino ai nostri giorni: dal ruolo – mal compreso e peggio ricordato – di Caracalla imperatore di Roma a Carlo Magno, da Bisanzio “oscurata” da Costantinopoli alla Napoli rivoluzionaria di fine Settecento. Tra amnesie sospette e memorie riluttanti, queste pagine restituiscono peso anche a temi a noi più cari e vicini, quasi quotidiani, come le origini della mafia, l’eredità del fascismo italiano e del nazismo tedesco, indagando il non detto che segna il racconto della Resistenza e spingendosi a commentare il discorso pubblico del nostro presente, tra virus, pandemie, ipotesi cospirazioniste. Una terapia, quella a base di oblio, che Mieli identifica come necessaria, dato che “gli storici avrebbero dovuto far argine in qualche modo al dilagare della memoria”. Perché “quando si hanno idee forti sul presente, è pressoché inevitabile che quelle idee si impongano sulle interpretazioni del passato.” Eppure, dobbiamo fare di tutto per evitarlo.
Dopo la morte del marito,l’autrice si iscrive a un corso di micologia per principianti che le apre
la via a un faticoso percorso di elaborazione del lutto.La via del bosco è stato un caso editoriale,
tradotto in quattordici lingue
questa biografia molto curata ricostruisce la figura di Federico nella sua di capitano di ventura,principe del ducato ,uomo di lettere e uomo di Stato,protagonista degli avvenimenti più’ importanti del seconda metà del secoloXV.